Sul territorio nazionale, la FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) riunisce 70 circoli (divisi in quattro Circoscrizioni territoriali), che operano nella Penisola in rappresentanza di circa 350mila sardi che, andati via dalla Sardegna, si sono trasferiti altrove.
Numerose sono le aggregazioni, i circoli e le federazioni di sardi distribuite nei diversi continenti, riconosciute dalla Regione come strutture di base cui fanno riferimento i conterranei residenti fuori dall’Isola; esse costituiscono per loro un punto di riferimento e svolgono attività di assistenza, di divulgazione e valorizzazione della cultura sarda, tramandando le tradizioni di generazione in generazione, promuovono il turismo e i prodotti tipici isolani.
L’obiettivo è non abbandonare mai i propri conterranei e rafforzare con loro quel senso di comunità e identità che solo chi vive nell’isola può capire.

I circoli sono dotati di uno Statuto democratico, aperto a tutti i soci e anche ai simpatizzanti.
La Regione Sardegna è stata la prima in Italia ad aver prodotto una legge a favore dell’emigrazione, all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso, aggiornata con la legge n. 7/1991, avente proprio l’obiettivo di promuovere forme di partecipazione e iniziativa di tutela e sviluppo fra la Sardegna e le comunità degli emigrati.

“Il Messaggero Sardo”

Un’altra importante iniziativa consiste nel finanziamento da parte della Regione Autonoma della Sardegna, di un giornale bimestrale, “Il Messaggero Sardo”, distribuito nei circoli e nelle federazioni di tutto il mondo per mantenere viva la comunicazione con gli emigrati, promuovere e favorire scambi culturali con le associazioni.

Le Federazioni, oltre che in Europa, si trovano nell’America del Sud, soprattutto in Argentina.
Le associazioni e i circoli sardi all’estero sono dislocati in Europa, quindi Austria, Belgio, Francia, Germania, Inghilterra, Olanda, Spagna, Svizzera, Bulgaria, Spagna; in America, soprattutto in Argentina, Brasile, Canada, Messico, Perù, Stati Uniti; e in Oceania, quindi in Australia e in Nuova Zelanda.

(Per maggiori approfondimenti e conoscere tutti i circoli clicca qui).

Abbandonare la propria casa, la propria terra non è mai facile; ma non possiamo ignorare il fatto che molti nostri conterranei, armati di speranza e di coraggio, partono per costruirsi altrove un futuro, e il più delle volte è in quell’”altrove” che ottengono riconoscimenti e gratificazioni che se fossero rimasti nell’isola forse non avrebbero mai ricevuto.

Simone Tondo

È la storia di Simone Tondo, originario di Macomer, con la passione per la cucina. Ha studiato all’alberghiero di Alghero.
Oggi è uno chef rinomato e ha fondato in Francia, a Parigi, il bistrot/restaurant Tondo.

Claudio Mura

Ma è anche la storia di Claudio Mura, architetto nato e cresciuto a Sassari, e da quasi tre anni vive e lavora a Yangon, in Myanmar (ex Birmania), un paese in forte via di sviluppo che corre verso la modernizzazione, «una realtà tutta in divenire».
Claudio è Design Manager presso Archetype Myanmar, costola di Archetype Group un ufficio di Progettazione architettonica, ingegneria, progettazione industriale e project management.

Andrea Sorrentino

È nato e cresciuto a Cagliari, dove si è laureato in Biologia. Si è trasferito a Parma per la specialistica e il dottorato, ma oggi lavora come ricercatore a Boston, tra i laboratori dell’Harvard Medical School e il dipartimento di cardiologia del Brigham and Women’s Hospital.
Il suo sogno è diventare docente e guidare un laboratorio.

Elisa Mele

Una storia di emigrazione è anche quella di Elisa Mele, nata ad Oristano e cresciuta a Solarussa, nel paese della Vernaccia.
Già a 18 anni Elisa lascia la Sardegna e si trasferisce a Padova dove ha studiato e ha sempre lavorato. La sua, infatti, non è stata una scelta “obbligata” ma voluta; partire era per lei motivo di crescita personale e così è andata in Australia, a Queensland.
È ricercatrice sociale, scrive e racconta tradizioni, storie di vita.

Angelita Caredda

Tra gli emigrati sardi, c’è anche chi è partito per aiutare uomini, donne e bambini in condizioni difficili, perché ha sentito dentro di sé il bisogno di lasciare tutto e tutti per un senso di dovere e umanità.
Tra questi, Angelita Caredda, oggi Country Director per Norwegian Refugee Council in Giordania. Angelita è nata e cresciuta a Cagliari, ha studiato Scienze Politiche, ha un master in Development Studies alla School of Oriental and African Studies (SOAS) all’University of London.
È stata capo missione di “Terre des hommes” in Kenya, organizzazione non governativa, nata in Svizzera nel 1960, è attiva in 34 nazioni tra Africa, Medio-Oriente, Asia, Sudamerica ed Europa dell’Est.
Ha lavorato anche in Afghanistan, Siria, Palestina, Giordania e Darfur.

(Fonte https://www.sardiniapost.it)