EMIGRAZIONE SARDA, STORIE DI VITE NEL MONDO

di Federico Pesiri

La ricerca del lavoro e di migliori condizioni di vita, sono queste le ragioni che da sempre hanno spinto, e spingono ancora oggi, migliaia di sardi a lasciare l’isola per recarsi, oltre che in altre regioni d’Italia, anche all’estero, in Europa e non solo.

L’emigrazione non è di certo un fenomeno dell’ultimo lustro; già dagli inizi del Novecento gli espatri sardi verso l’Europa rappresentano il 64,1%, la restante parte si dirigeva verso l’America.

Ma è soprattutto nel dopoguerra che l’emigrazione assume proporzioni di rilievo: stando alle statistiche, solo fra il 1953 ed il 1971 c’è stato un saldo migratorio negativo di 180.000 persone.

Volendo concentrarci su anni più recenti, ecco che secondo un report del centro studi della Cna Sardegna, solo nel 2018 ci sarebbero stati oltre 3000 espatri (3288 per la precisione), da parte soprattutto di giovani in cerca di un futuro più prospero o giovani che si trasferiscono per motivi di studio che poi non rientrano per mancanza di prospettive (emigrazione “intellettuale”).

Un record storico nell’ultimo ventennio che, inevitabilmente, contribuisce ad accelerare l’inesorabile declino demografico della regione. In totale, sarebbero 600.000 le persone emigrate.

Fuori dalla Sardegna vivono intere generazioni di famiglie che con l’isola hanno mantenuto un legame molto forte, non perdendo mai la memoria delle proprie origini. E questo riguarda anche figli di emigrati sardi nati e cresciuti all’estero, i quali sentono di appartenere alla terra dei propri nonni o genitori.

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