“Mi pare che nel momento in cui le gambe cominciano a muoversi, i miei pensieri cominciano a fluire” diceva il filosofo Henry David Thoreau. Il percorrere sentieri ed itinerari immersi nella natura, respirare in silenzio, scoprire il territorio restando a diretto contatto la dimensione più umana del viaggio: in Sardegna gli amanti del trekking raggiungono l’optimum.
L’isola è una meta ideale per gli appassionati di escursionismo grazie agli ambienti ancora selvaggi e, soprattutto intatti, che l’entroterra riserva. Gli itinerari di trekking più famosi si articolano in più giorni di cammino, attraverso vaste zone impervie e sostanzialmente disabitate, in particolare lungo le coste sia orientali che occidentali, ma vi sono anche percorsi che attraversano la zona centrale, l’area mineraria del Sulcis Iglesiente e la Gallura.

La maggior parte delle volte, lungo questi sentieri, non ci sono aree di sosta attrezzate e occorre portare con sé tutto il necessario per il completamento del percorso, ma è possibile contattare guide ed associazioni locali che si occupano di far trovare lungo il percorso rifornimenti ed assistenza. I percorsi brevi, non superiori ai trenta chilometri, possono essere coperti in un giorno, al massimo due con un pernottamento in qualche antico ovile. Di solito sono agevoli anche per piccolissimi gruppi, perfino per il trekker solitario.

Un consiglio utile:


nel caso dei percorsi più lunghi ed impegnativi che richiedono diversi giorni, non è conveniente lasciare l’auto all’inizio del sentiero. Anche perché non tutti sono percorsi ad anello. La soluzione più semplice, anche per via delle strade spesso inadatte alle auto normali, è quella di farsi accompagnare e poi farsi venire a riprendere o di contattare associazioni e società specializzate che possono effettuare i transfer fino alle zone da cui si parte e rientra per il trekking (è bene poi informare qualcuno che si è in marcia).


Grande Traversata del Supramonte del Gennargentu

Tra i grandi itinerari sono senza dubbio da menzionare la Grande Traversata del Supramonte e quella del Gennargentu, facilmente collegati in modo da creare un unico percorso, ed il Cammino di Santa Barbara che si snoda attraverso il parco Geo Minerario nel Sulcis-Iglesiente. Sono luoghi di grande bellezza, non sempre facili da raggiungere, ma che valgono le ore di cammino.

Cala Mariolu (Ispuligidenie)

Uno dei più bei sentieri di trekking costiero in Sardegna è quello di Cala Mariolu (Ispuligidenie): si parte da località Piredda nell’Altopiano di Golgo, nel comune di Baunei costeggiando chiese (San Nicola e San Pietro), il nuraghe Orgoduri, vecchi ovili abbandonati, Cuiles de S’Arcu ‘e su Tasaru, per poi iniziare a scendere. A questo punto il panorama regala spettacolari scorci sul falciforme Golfo di Orosei. Si può ammirare uno “Scalone” (iscal’ e fustes) realizzato in ginepro, uno spettacolare arco di roccia scavato nella parete. Attraversando un fitto bosco di lecci, si segue l’antico sentiero dei carbonai zigzagando tra le piante. Si intravede il blu del mare tra le foglie sia della Spiaggia dei Gabbiani che di quella di minuscoli e candidi sassolini… piccoli come delle piccole pulci di neve: Ispuligi de Nie!

Selvaggio Blu

Decisamente il trekking più famoso della Sardegna, per bellezza e difficoltà, è il citato Selvaggio Blu (classificato EEA, ossia per escursionisti esperti e con attrezzatura).
Si tratta di un’escursione di sei – sette giorni prevede parti di arrampicata, con sentieri attrezzati in cengia, discese fattibili solo con corde, ferrata e soprattutto totale assenza di punti di ristoro.
Serve avere con sé acqua e cibo per tutti i giorni e si dorme accampati in tenda. Un percorso avventuroso e spettacolare che si staglia tra cale dal blu intenso ed un ambiente naturale ancora integro.

Trekking delle Cale

In un arco temporale compreso tra i cinque e gli otto è possibile effettuare il Trekking delle Cale del Golfo di Orosei, facendo tappa serale nei tipici ovili del posto o direttamente in spiaggia.
Con l’ausilio di guide esperte, ci si imbatte in antiche mulattiere, impervi sentieri e scale in ginepro e, a volte, per raggiungere luoghi ancora meno accessibili può essere indispensabile la conoscenza delle tecniche di arrampicata libera e dell’utilizzo delle funi.
In questo modo sarà possibile ammirare panorami mozzafiato, guglie, archi di roccia ed imponenti falesie.
Durante il trekking sarà possibile visitare imponenti grotte naturali, bere l’acqua di preziose sorgenti, ammirare i resti della cultura nuragica imprimendo nella mente degli escursionisti profumi e colori di una natura selvaggia.

Grande Traversata del Supramonte

La Grande Traversata del Supramonte si può effettuare in quattro giorni e ripercorre il massiccio sopramontano in un ambiente pur sempre selvaggio, la Sardegna, d’altronde, è di questa natura.
La Grande Traversata del Supramonte nasce proprio per contrastare la fama del Selvaggio Blu che ha un po’ messo in ombra una zona altrettanto scenica (a detta dell’autore che l’ha ideato) e che rischiava di venire dimenticata, da qui l’idea di un percorso che attraversa un ambiente lontano dal mare sì, ma di eguale bellezza.

Grande Traversata del Gennargentu

Quaranta chilometri in tre giorni per percorrere la Grande Traversata del Gennargentu, il più alto e conosciuto massiccio montuoso della Sardegna, in una zona impervia ed isolata. Durante le tappe, durante le quali si cammina per circa venti ore, si superano complessivamente circa 2500 metri di dislivello e si dorme in alcuni rifugi improvvisati presso gli antichi cuiles (ovili) abbandonati.
Importante è lasciarsi catturare dal fascino arcaico e misterioso dell’isola, rischiando di incontrare più mufloni che persone.

Sentiero costiero dell’Iglesiente

Il sentiero costiero dell’Iglesiente, lungo la costa occidentale della Sardegna, è un percorso facile e con pochi dislivelli, ma ricco di grandi scenari paesaggistici.
Si attraversa il Parco Geominerario Storico e Ambientale denominato dall’Unesco primo Parco della rete mondiale dei geositi – geoparchi (Geoparks).
Comprende unici e particolari esempi di archeologia industriale in sottosuolo ed un grande e moderno centro museale del Centro Italiano della Cultura del Carbone nella Grande Miniera di Serbariu, dove poter ripercorrere ottomila anni di storia mineraria durante i quali, popoli diversi, alla ricerca di minerali, si sono succeduti lasciando indelebili tracce di un’affascinante cultura.
Camminando per il sentiero si prosegue tra colori stravaganti e rocce dalle forme più disparate fino a giungere di fronte al faraglione più alto d’Italia (133 metri), Pan di Zucchero.
Dal colore chiaro, simile ad una enorme zolla di zucchero, è uno dei monumenti naturali più imponenti della Sardegna.
Crea un’incantevole scenografia che si può ammirare dalla spiaggia di Masua e dal Belvedere di Nebida. Ha lo stesso nome della montagna a picco sul mare di Rio de Janeiro (in portoghese Pão de Açúcar), ma il suo nome originario è Concali su Terràinu.
Di fronte a Pan di Zucchero c’è la falesia di Porto Flavia, dalla quale partivano le navi mercantili per il trasporto dei minerali.

Masua a Cala Domestica

Il trekking di Masua a Cala Domestica è un percorso racchiuso nella porzione di territorio che va da Masua a Buggerru, passando per Cala Domestica, un tratto di costa definito come il più spettacolare della costa occidentale della Sardegna.
La traversata fa parte dell’itinerario Miniere nel Blu, tra la passata storia mineraria dell’isola e le bellissime scogliere.

Monte Arcuentu

L’escursione al Monte Arcuentu permette di fare un bel trekking tra impressionanti paesaggi vulcanici con colori incredibili e rocce modellate in una delle zone più remote e selvagge della Sardegna: la Costa Verde. Visto dalle spiagge di Piscinas e Scivu, assomiglia ad una mega torre dolomitica dall’aspetto aspro e severo.
Le rocce eterogenee hanno creato un’alternanza di cime e torri che, insieme ai grandi alberi, contribuiscono a rendere unico l’ambiente di arrampicata.

Cascate di Piscina Irga


Un paesaggio meraviglioso è quello che riserva il trekking per le Cascate di Piscina Irga: una fantastica escursione per trascorrere una giornata nella natura più profonda e selvaggia con il sottofondo delle cascate.
Il sentiero per arrivarvi è un percorso misto: si passa dalla strada sterrata alla salita rocciosa per terminare con una discesa molto scivolosa.


Villaggio nuragico di Tiscali

L’escursione che si svolge per raggiungere i resti del villaggio nuragico di Tiscali è decisamente più impegnativa di una breve passeggiata. Il contesto in cui si svolge, particolarmente selvaggio e senza insegne, lo rende tutt’altro che elementare – soprattutto per chi non è molto abituato all’escursione in un ambiente impervio. Situato in una profonda dolina creata da uno sprofondamento nel cuore del monte omonimo, al confine fra i Supramonte di Oliena e di Dorgali, il villaggio, costruito lungo le pareti della dolina ed invisibile fino a quando non si raggiunge l’interno della cavità, è composto da due agglomerati di capanne di diversa dimensione, databili in un lungo periodo fra XV e VIII secolo a.C. Tiscali è una delle mete più note dell’escursionismo in Sardegna. Per raggiungere la dolina, al cui centro si apre un ampio finestrone dal quale si domina la sottostante valle di Lanaittu, si deve affrontare un trekking intenso di circa due ore.
Arrivando da Dorgali, il percorso, segnalato da cartelli e frecce sulle rocce, si snoda attraverso valle di Surtana e gola di Doloverre fino alla salita per il monte Tiscali. Il territorio di Dorgali e Oliena è tutto un parco archeologico all’aria aperta. Da non perdere anche il villaggio-santuario di Serra Orrios, che comprende circa cento capanne, due tempietti e sepolture megalitiche, il complesso dell’Arvu, la ‘fonderia’ di Carros, oltre a decine di domus de Janas, menhir, tombe di Giganti e altri nuraghi, tra cui il Mannu, che domina un rilievo basaltico al centro del golfo di Orosei. Le grotte Corbeddu e di Ispinigoli hanno restituito tracce umane risalenti sino al Paleolitico. Per completare la visita archeologica, c’è il Civico museo archeologico di Dorgali, dedicato a testimonianze provenienti da tutto il territorio.

Canyon di Gorroppu

Il Canyon di Gorroppu fu lentamente scavato nell’acqua del Rio Flumineddu.
Le pareti del canyon raggiungono l’altezza di 500 metri ed ospitano animali che vivono solo qui. Una volta terminato il percorso, è consigliabile proseguire lungo il lato destro della montagna che conduce all’ingresso della gola.
Il percorso tra un lato e l’altro della gola richiede circa 2 ore. Si cammina nel mezzo di grandi rocce calcaree bianche e levigate lungo il fiume.

Monte Torru

Il Monte Torru, situato a sud-est di Ittiri (nella provincia di Sassari, una delle zone più caratteristiche del nord Sardegna), è un promontorio di origine vulcanica ed è la più alta quota con i suoi 650 metri (uno dei migliori esempi delle cosiddette “Cuestas”).
Al centro della sua sommità si trova un complesso nuragico che domina l’area circostante, probabilmente un punto strategico scelto dai nuragici per proteggersi dalle varie scorrerie. L’escursione si svolge tra il Logudoro ed il Meilogu nei territori di Ittiri-Romana-Thiesi. Da Monte Torru, attraverso l’altopiano “Sea lepere”, si arriva a Monte Pedrosu sulla cui cima, oltre ad una muraglia naturale, si possono intravedere resti preistorici difficilmente leggibili e pochi alberi modellati dal maestrale; quindi si attraversa il pianoro di Monte Palma dove svetta un bosco di sugherete ed un sottobosco costituito prevalentemente da cisto.
Il panorama spazia a nord fino al Golfo dell’Asinara a est fino al Limbara a sud-est svetta Monte Rasu e prosegue la Catena del Goceano, a sud Badde Urbara ed il Montiferru, a ovest la zona di Alghero fino a Capo Caccia.

Marinedda – Tinnari

Molto suggestivo è il percorso sul mare tra i graniti della Costa Rossa Marinedda – Tinnari: ampi paesaggi solitari e caratteristiche rocce rosse a picco sul mare caratterizzano questo percorso ad anello che parte dalla spiaggia di La Marinedda. Un’escursione di media difficoltà che stupisce per la varietà del paesaggio e la particolarità dei graniti.
All’inizio del percorso si incontra Punta Canneddi, piccolo promontorio granitico sul Golfo dell’Asinara da cui godere di uno splendido panorama fino alle Bocche di Bonifacio. Proseguendo verso l’interno per vie sterrate ci si immerge nella campagna, dove, con un po’ di fortuna, si possono incontrare esemplari della fauna selvatica come volpi, lepri e tartarughe. Rientrando verso la costa si arriva alla piccola spiaggia di Tinnari, tra le più belle cale della Costa Rossa. Spuntoni e graniti modellati dal vento si alternano con ginepri dalle forme insolite, mentre l’elicriso e il rosmarino diffondono le loro fragranze. Tra sentieri a picco sul mare e rocce frastagliate, il cammino di rientro, emozionante e suggestivo, passa dalla spiaggetta di Cala Rossa e prosegue fino alla Baia di La Marinedda.

Capo Testa a Santa Teresa Gallura

Gli itinerari escursionistici di Capo Testa a Santa Teresa Gallura hanno una grande valenza storico – naturalistica, luoghi dal fascino dirompente che gli amanti del trekking e dell’outdoor possono vivere in modo ancora più coinvolgente. Il percorso inizia dalla Spiaggia di Zia Culumba al termine della quale si trova il sito archeologico delle Colonne Romane, dove osservare i resti dell’attività estrattiva durante la dominazione imperiale. Il cammino prosegue tra i sentieri sul mare ed i graniti di Santa Teresa levigati dal tempo fino alla bella spiaggia di Cala Spinosa con il faro di Capo Testa all’orizzonte, luogo magnetico e di grande rilevanza naturalistica, uno dei punti panoramici più belli del Nord Sardegna. Ma l’escursione riserva ancora qualche sorpresa! Seguendo la costa, il percorso conduce alla famosa Valle della Luna ed alla spiaggia di Cala Grande, abitata ancora da membri della comunità hippie.

Punta Sardegna

Da Palau, un’escursione molto affascinante è quella di Punta Sardegna.
L’itinerario inizia con una dolce salita verso la sommità del suggestivo luogo panoramico da dove poter ammirare l’Arcipelago di La Maddalena.
Un percorso ricco di scorci interessanti, alternato dai graniti che digradano verso il mare, che assumono forme strane che spesso rimandano ad animali o a sagome antropomorfe.
Oltre la spiaggia bianca di Cala di Trana i più allenati possono scegliere se dilungare il percorso fino alla Batteria Talmone, fortezza militare, oppure proseguire sul sentiero che conduce a Costa Serena.
L’itinerario si conclude nel pittoresco borgo di Porto Rafael.

Trekking degli stazzi

E per chi vuole scoprire l’entroterra, può optare per il trekking degli stazzi, percorsi tra le abitazioni tipiche galluresi, immerse nella campagna tra sugherete e vigneti (dal latino “statio”, stazione, in passato definiva un luogo di sosta per il bestiame ed i viandanti).
Lungi da essere un mero sentiero escursionistico, questa scelta escursionistica si propone come viaggio di valorizzazione del territorio ricco di numerosi punti di interesse turistico e naturalistico immersi in una cultura remota ed in un contesto naturale unico come quello della Gallura autentica.