Artigianato tessile, tra tradizione e innovazione
Artigianato tessile, tra tradizione e innovazione
La Sardegna è davvero una terra dalle mille risorse. Resistente e di successo è senza dubbio l’artigianato, da sempre una garanzia per gli isolani e i turisti che ogni anno decidono di trascorrervi le vacanze e scoprire nuove mete.
L’artigianato sardo si manifesta in molteplici forme e colori, e viene realizzato con i più disparati materiali, dal tessuto alla pietra, dalla ceramica al vetro e non solo.
Ogni laboratorio realizza dei lavori unici e preziosi ma al contempo fortemente identitari, tradizionali e innovativi insieme. Tra questi, un settore molto peculiare è l’artigianato tessile. La produzione tessile tradizionale in Sardegna è strettamente connessa a quelle che, nei secoli, sono state le principali attività produttive: l’allevamento e l’agricoltura.
L’arte della tessitura in Sardegna ha origini antiche: in questa terra di pascoli, la filatura è stata una delle prime attività nell’economia del lavoro domestico che vedeva le donne impiegare il proprio tempo lavorando al telaio a mano al fine di produrre beni e oggetti destinati all’uso quotidiano come tovagliati, coperte e tappeti. Per tradizione, infatti, l’arte della tessitura veniva esercitata da quasi tutte le donne e di ogni ceto sociale.
Insieme agli oggetti quotidiani, venivano realizzati anche manufatti decorativi, come gli arazzi destinati a rivestire le pareti, i quali aiutavano a ravvivare l’ambiente domestico generalmente povero e austero.
Nell’isola vengono usati due tipi di telai, quello verticale e quello orizzontale. Il telaio orizzontale è il più diffuso in tutta l’isola fino ai primi decenni del Novecento, mentre il telaio verticale è attualmente in uso soltanto in alcuni centri della Barbagia e del Goceano.

La struttura portante del telaio orizzontale è costituita da due elementi lignei uguali, paralleli e distanziati tra loro di circa 120 cm, sospesi su robusti cavalletti, su cui poggiano tutte le altre parti. Questi due elementi sono uniti dal subbio anteriore e dal subbio posteriore (come delle grosse bobine) sulle quali è rispettivamente avvolto il tessuto già realizzato e l’ordito (l’insieme di fili che insieme a quelli della trama concorrono nel formare un tessuto). La tessitrice per lavorare siede su una bassa seduta davanti al subbio anteriore.

Il telaio verticale è quello più arcaico, come si può notare dalla sua struttura estremamente semplice; la sua struttura è sostanzialmente costituita da due montanti paralleli fissati perpendicolarmente tra pavimento e soffitto: il subbio superiore tiene avvolto l’ordito mentre in quello inferiore si avvolge il tessuto realizzato. La tessitrice per lavorare si sistema di fronte al telaio e procede dal basso verso l’alto.
La principale materia prima impiegata nella tessitura è la lana ovina e, in misura minore, quella caprina. Le fibre tessili di origine vegetale sono il lino, la canapa ed il cotone. Un caso del tutto particolare è costituito dalla tessitura della seta e del bisso marino. Fino al primo Novecento, la colorazione dei filati si effettuava sfruttando le proprietà tintorie di piante locali.
Due sono le tecniche di lavorazione: “Lavorazione liscia” utilizzata per la realizzazione di tessuti da ricamare e la “lavorazione a scaccu”, più particolare. Tra queste, la tecnica a pibionis (acini d’uva) è sicuramente la più caratteristica e pregiata della Sardegna.
Le immagini hanno generalmente carattere naturalistico: uccelli, cervi, cavalli, fiori; oppure sono arricchite da integrazioni fantastiche, quasi mitologiche. Questo repertorio di colori, forme, materiali conferiscono ai manufatti sardi una inconfondibile identità, anche se la tessitrice difficilmente rinuncia a dare un suo tocco creativo e personale.
Samugheo è il centro più rinomato per la fiorente produzione tessile e qui si trova anche il Museo Unico Regionale Arte Tessile Sarda (MURATS): la sezione etnografica ospita telai tradizionali in legno, attrezzature e strumenti vari per la tessitura, oltre che un’esposizione di capi di abbigliamento tipici sia giornaliero che festivo.
Una parte della struttura è, invece, interamente dedicata all’organizzazione di mostre tematiche con le quali si vuole valorizzare la tradizione tessile, tramandata ancora di madre in figlia. Un altro spazio del museo è dedicato alla didattica, cioè i visitatori possono assistere alla proiezione di filmati sull’arte e la tecnica della tessitura.
Vi sono anche due telai, uno verticale e uno orizzontale, utilizzabili dal pubblico, per apprendere e mettere a confronto le tecniche di tessitura utilizzate in antico e quelle attualmente in uso.
Il museo è aperto dal martedì alla domenica, festivi inclusi:
Orario legale:
9:30 – 13 (martedì 10-13) / 17:00 – 20:00
Orario solare:
9:30 – 13 (martedì 10-13) / 16:00 – 19:00
Prezzi per l’ingresso:
intero: € 2,50
ridotto: € 1,00 (guida compresa)